Cosa sono le prove aneddotiche e perché sono poco affidabili
Le prove aneddotiche sono informazioni basate su esperienze personali, osservazioni o opinioni, che non sono supportate da dati scientifici o statistici. Spesso vengono usate per sostenere una tesi o una convinzione, senza considerare la possibilità di errori o distorsioni.
Possono essere utili per stimolare la curiosità o generare ipotesi, ma non sono sufficienti per trarre conclusioni valide e generalizzabili, soprattutto per sviluppare strategie di marketing e migliorare la Customer Experience.
In questo articolo, quindi andiamo a scoprire innanzitutto che cosa sono le prove aneddotiche, perché sono poco affidabili e come evitare di cadere nella trappola di tali prove.
Esempi di prove aneddotiche
Vediamo alcuni esempi di prove aneddotiche e iniziamo a capire come mai non sono affidabili:
• Un amico ti dice che ha smesso di fumare grazie a un prodotto naturale che ha comprato online. Questa è una prova aneddotica, perché si basa su una singola esperienza, che potrebbe essere influenzata da altri fattori, come la motivazione, il supporto sociale, il placebo, ecc. Per sapere se il prodotto è davvero efficace, bisognerebbe confrontare un gruppo di fumatori che lo usano con un gruppo di fumatori che non lo usano, controllando per le altre variabili.
• Un politico afferma che la sua riforma ha ridotto il tasso di disoccupazione nel suo paese. Ma questa affermazione si basa su una correlazione, che non implica una causalità. Per sapere se la riforma ha davvero avuto un effetto, bisognerebbe analizzare i dati storici, le tendenze, i confronti con altri paesi, le possibili variabili confondenti, etc.
• Un medico sostiene che una certa dieta è salutare perché lui e i suoi pazienti si sentono meglio seguendola. Anche in tal caso, questo messaggio si basa su una percezione soggettiva, che potrebbe essere influenzata da aspettative, pregiudizi, effetti psicologici, ecc. Per sapere se la dieta è davvero salutare, bisognerebbe misurare degli indicatori oggettivi, come il peso, il colesterolo, la pressione, etc.
Perché bisogna fare attenzione alle prove aneddotiche
Le prove aneddotiche sono poco affidabili perché sono soggette a diversi errori e distorsioni cognitive (bias), tra cui:
• Selezione dei casi: si tende a scegliere solo le informazioni che confermano la propria opinione, ignorando quelle che la contraddicono. Ad esempio, se credi che un certo rimedio sia efficace, potresti ricordare solo i casi in cui ha funzionato, e dimenticare quelli in cui non ha funzionato.
• Generalizzazione affrettata: si tende a estendere una conclusione basata su pochi casi a una popolazione più ampia, senza considerare le differenze o le eccezioni. Ad esempio, se conosci alcune persone che hanno avuto successo seguendo una certa strategia, potresti pensare che valga per tutti, senza tenere conto delle circostanze individuali.
• Post hoc ergo propter hoc: si tende a attribuire una relazione causale tra due eventi che si verificano in successione, senza verificare se ci sono altre spiegazioni possibili. Ad esempio, se dopo aver mangiato una mela ti senti meglio, potresti pensare che sia stata la mela a guarirti, senza considerare che potrebbe essere stata una coincidenza, o che potrebbe aver influito un altro fattore.
• Memoria selettiva: si tende a ricordare meglio le informazioni che sono in linea con le proprie aspettative, e a dimenticare o alterare quelle che sono in contrasto. Ad esempio, se credi che un certo evento sia raro, potresti ricordare solo le volte in cui è accaduto, e non quelle in cui non è accaduto, o viceversa.
• Survivorship bias: è un errore che consiste nel concentrarsi solo sui casi che hanno avuto successo, trascurando quelli che hanno fallito. Ad esempio, se studi le abitudini delle persone ricche, potresti pensare che siano la causa del loro successo, senza considerare che ci sono molte altre persone che hanno le stesse abitudini, ma non sono ricche. Questo errore si può inserire nel contesto delle prove aneddotiche, perché si basa su una selezione distorta dei dati, che non tiene conto della variabilità e della casualità. Per evitare questo errore, bisogna cercare di avere una visione più ampia e completa dei fenomeni, che includa anche i casi negativi o neutrali.
Per approfondire: Cos’è il Survivorship Bias e come apprendere dagli insuccessi nascosti
Come evitare di cadere nella trappola delle prove aneddotiche
Per evitare di cadere nella trappola delle prove aneddotiche, è importante seguire alcuni principi, tra cui:
1. Uno dei principi fondamentali è cercare fonti affidabili. Per accettare una informazione, bisogna verificare la sua origine, la sua qualità, la sua coerenza, la sua trasparenza, la sua obiettività, etc. Non tutte le fonti sono uguali, e alcune possono essere più attendibili di altre. Quelle più affidabili si basano su dati scientifici o statistici, che usano metodi rigorosi e validi, che riportano riferimenti e prove, che ammettono i limiti, che sono sottoposte a revisione paritaria, etc. Queste fonti ci offrono delle informazioni basate su fatti concreti e verificabili, che possono essere replicati e confermati da altri studiosi.
Per approfondire: Come analizzare i dati quantitativi e qualitativi nella Customer Experience
2. Un altro principio importante è confrontare diverse fonti. Quindi, per avere una visione più ampia e completa di un argomento, bisogna consultare diverse fonti, che possano offrire prospettive diverse, dati diversi, opinioni diverse, etc. Ovviamente non esiste una fonte perfetta, e tutte le fonti possono avere dei punti di forza e dei punti di debolezza ma, confrontando diverse fonti è possibile individuare le convergenze, le divergenze, le lacune, le controversie, etc. Avere e confrontare fonti molteplici, che possono integrarsi e arricchirsi a vicenda, ci permette di avere un quadro della situazione più ricco e variegato.
3. Un terzo principio essenziale è essere critici e scettici. Prima di credere a una informazione, bisogna metterla in dubbio, chiedersi se è vera, se è logica, se è coerente, se è supportata da prove, se ha delle implicazioni, se ha dei rischi, etc. evitando di accettare acriticamente i dati, ma cercare di capirli, valutarli e contestualizzarli. Essere critici e scettici significa avere un atteggiamento razionale e prudente, che ci permette di distinguere con maggiore accuratezza le informazioni valide da quelle errate o ingannevoli.
Per approfondire: La scienza dell’Ascolto per una Customer Experience efficace
4. Un ultimo principio è quello di essere aperti e curiosi. Per ampliare le proprie conoscenze, bisogna essere disposti a esplorare nuovi argomenti, a cambiare idea, a correggere gli errori, a migliorare le proprie competenze, etc. Non bisogna pertanto chiudersi nelle proprie convinzioni, ma cercare di aggiornarle e arricchirle. Essere aperti e curiosi significa avere un atteggiamento flessibile e dinamico, che ci permette di adattarci ai cambiamenti e alle novità.
In conclusione, anche se le storie aneddotiche possono offrire spunti utili, è essenziale che anche la tua azienda si affidi a dati concreti e analisi approfondite per prendere decisioni informate per attività di marketing, per strategie legate al rafforzamento del brand e alla Customer Experience.
Un approccio equilibrato che valorizza sia i dati quantitativi sia i feedback qualitativi dei clienti permette di lavorare in modo più efficace e mirato.
Così si migliora la soddisfazione del cliente e si posiziona l’azienda su un percorso di crescita sostenibile, duraturo e su un’innovazione basata sui reali bisogni e desideri dei clienti.
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