Fake News: l’algoritmo di Facebook contro la disinformazione
L’informazione si è ritagliata, da tempo, un posto anche sui social network, la principale piazza relazionale del web: accade a tutti noi di venire a conoscenza di una notizia proprio scorrendo il feed di Facebook.
Tuttavia, molto spesso i contenuti veicolati sono fake news costruite ad arte. In questo caso il risultato ottenuto è proprio quello contrario, ovvero la disinformazione.
Ecco come il gigante dei social corre ai ripari.
Il caso Trump
A far scoppiare una vera e propria rivoluzione contro i contenuti falsi è stato un esperimento dei giornalisti di BuzzFeed News [¹]: gli analisti hanno puntato il dito contro Facebook, colpevole di aver diffuso notizie rivelatesi poi bufale invece di articoli accreditati, andando a favorire in questo modo l’elezione di Trump a Presidente degli USA.
Nel Paese a stelle e strisce il social di Zuckerberg risulta essere infatti una fonte d’informazione primaria per il 40% della popolazione. Proprio qui hanno trovato terreno fertile contenuti che parlavano dell’endorsement di Papa Francesco al candidato repubblicano o dell’acquisto di armi per l’Isis da parte della Clinton: per tirare fuori qualche numero [²] si parla di 960mila interazioni per la prima notizia e 789mila per la seconda. Ovviamente il padre di Facebook ha rimandato le accuse al mittente, dichiarando che è folle pensare che uno strumento come questo possa essere politicizzato.
Ma il problema del filtro alle bufale si è fatto sentire forte e chiaro, con seri dubbi sull’effettiva capacità di controllo, espressi anche dal Washington Post [³]. Il team che si occupava della ricerca e segnalazione dei fake è stato licenziato in tronco e Zuckerberg ha scommesso sulla realizzazione di un algoritmo più solido per il News Feed.
Il nuovo algoritmo
È proprio di questi giorni la notizia dell’applicazione di un nuovo algoritmo di Facebook che andrebbe ad arginare i problemi di spam, click-baiting e fake news.
Prima di procedere all’assunzione di 3.000 nuovi lavoratori con il compito di analizzare e monitorare i contenuti condivisi, come paventato in un primo momento dallo stesso Zuckerberg, si è riflettuto sulla possibilità di modificare l’algoritmo legato al NewsFeed e di implementare l’Intelligenza Artificiale.
Come funzionerà la selezione delle notizie?
• Il social di Menlo Park ha fatto sapere di aver già creato un database con centinaia di migliaia di siti catalogati, definiti non conformi, vere e proprie fucine di disinformazione.
• A questo archivio farà riferimento l’AI, che andrà a controllare i link condivisi, verificandone la provenienza.
• Nel caso in cui la “notizia” sia associata a uno dei siti considerati non attendibili ci sarà una diminuzione del rating e una penalizzazione nel News Feed.
In questo modo si toglierà visibilità e traffico a questi portali, a favore dei contenuti informativi, originali e di qualità, che andranno, di conseguenza, a occupare posizioni più alte. La novità sarà effettiva nei prossimi mesi, per tutti gli utenti comuni, per le Pagine, ma anche per i messaggi pubblicitari.
Inoltre, sembrerebbe che Facebook stia prendendo provvedimenti anche nei confronti dei Fake Live: questo problema era emerso nel gennaio scorso quando il social aveva individuato, tra gli streaming più visti del 2016, dei video in cui si alternavano immagini statiche, loop, o venivano costruiti dei sondaggi. Nella Policy della Live API Facebook Platform è stato specificato di:
Non usare le API per pubblicare solo immagini (cioè, non pubblicare immagini statiche, animate o in loop) o mandare in streaming sondaggi associati a trasmissioni fisse o ambientali.
Anche per i video catalogati come falsi, ci saranno restrizioni e penalizzazioni nella visibilità.
La battaglia alla disinformazione, alla produzione di contenuti di bassa qualità, realizzati esclusivamente per attirare click, sembra essere davvero iniziata.
Come riconoscere i fake
Nel tuo piccolo, senza scomodare algoritmi e Presidenti degli USA, potresti evitare la diffusione di queste notizie false semplicemente riconoscendole come tali e non interagendo con loro. Ecco qualche campanello d’allarme che dovrebbe metterti in guardia.
• Attenzione al titolo
Quello che ci attira maggiormente in un articolo è il titolo: quando questo diventa acchiappa-like c’è sicuramente qualcosa che non va. Chi vuole rivelarti i segreti più scottanti di un personaggio pubblico, o promette di farti guadagnare soldi facilmente, probabilmente vuole solo farti cadere in un advertising preparato ad hoc.
• Controlla la fonte
In qualsiasi corso di giornalismo il punto di partenza è la verifica delle fonti, prima della diffusione di un qualsiasi fatto. Sui social questo si può fare andando a controllare l’autore e il dominio del sito da cui arriva la notizia: se noti qualcosa di strano, fidati della tua sensazione.
• Prova i tool di fact-checking
Nello sterminato web esistono anche loro: sono strumenti pensati appositamente per verificare l’attendibilità dei contenuti. Chrome mette a disposizione un’estensione [4] che ti segnala gli articoli sospetti, altrimenti puoi consultare una piattaforma come FactCheck [5], Snopes [6], PolitiFact [7], in cui semplicemente inserendo URL o parole chiave otterrai il verdetto.
Secondo l’Università di Stanford [8] la maggior parte degli adolescenti non è in grado di distinguere una notizia vera da una falsa sui social: questa ricerca ci mette di fronte alla gravità del fenomeno di diffusione dei fake. L’antidoto fondamentale rimane la cultura e il senso critico che ognuno di noi dovrebbe portare sempre con sé.
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FONTI
1] This Analysis Shows How Viral Fake Election News Stories Outperformed Real News On Facebook – BuzzFeed
2] Elezioni Usa, le notizie false su Facebook? Più condivise e commentate di quelle vere – La Repubblica
3] Il problema di Facebook con le notizie false – Il Post
4] L’estensione di Chrome che scopre le notizie false su Facebook – La Stampa
5] FactCheck
6] Snopes
7] PolitiFact
8] Stanford researchers find students have trouble judging the credibility of information online